Un dono e un doppio auspicio

Il lavoro è giunto al termine, i bambini sono stanchi ma fieri che la loro scuola abbia dato casa alle farfalle. “Quindi adesso arrivano le farfalle?” Una domanda molto comune e preziosa. Perché marca il passaggio dall’aspettativa di appagamento immediato del desiderio all’impegno della cura. “Se nessuno innaffia le piantine, secondo voi cosa succede?”. “E se qui fuori al bordo delle oasi crescono alte le erbe comuni?”. Incominciano così a proporsi di “innnaffiare personalmente le piante tutti i giorni” oppure di “chiedere alla custode di farlo ogni mattina e di tenere pulito il bordo delle oasi”… non è che l’inizio di un processo che solo gli insegnanti possono prolungare in un esercizio di cura.

L’analogia con la polarità “fuori-scuola” del progetto, si fa qui massimamente evidente. Se nessuno si prende cura della casa delle farfalle, come fanno i bruchi a crescere? Mutatis mutandis, fatto cioè bambino il bruco e scuola la casa delle farfalle, se nessuno si prende cura di cosa accade non solo nella scuola (educando in via diretta) ma anche nelle sue immediate vicinanze, come fanno a crescere nuovi cittadini?

Dopo la rituale foto di gruppo (si vedono solo tre delle quattro scuole perché nella quarta alcuni genitori non avevano firmato la liberatoria), è il momento di un dono. Abbiamo pensato a due tipologie di doni diversi, in entrambi i casi porti da Alba: ad una scuola abbiamo donato qualche bruco di farfalla con un kit per l’allevamento. Se i bambini si fossero presi cura dei bruchi, sarebbero nate le farfalle e si sarebbero librate in volo. Una delle insegnanti, alla nascita della prima farfalla, ci ha inviato via WhatsApp il video della sua liberazione davanti all’oasi .

Alle altre scuole abbiamo invece proposto un dono ad ogni bambino e insegnante: una bustina di semi di fiori che attirano le farfalle. I bambini che non avevano vasi a casa, potevano prendere i vasetti portati da noi con un po’ della terra rimasta da quella usata per le oasi, in modo da piantare i semi e lasciare i vasi sui propri balconi. Si viene così a creare una zona di “fuori-scuola” attrattiva per le farfalle adulte, costituendosi così un circuito virtuoso per gli impollinatori tra le essenze dentro-scuola (con anche piante nutrici per i bruchi) e quelle sui balconi fuori-scuola (con le piante nettarifere per gli adulti).

“Ma quindi le farfalle saranno solo qui da noi nella nostra scuola?” chiede una bimba. Renato le risponde con un doppio auspicio “Se voi avete cura delle vostre oasi e altre scuole vicine alla vostra daranno pure casa alle farfalle, non solo ne avrete nelle vostre scuole ma sarà più facile anche incontrarle in giro per la città!”.  Replica allora Ibrahim, un bambino tra i più attivi della mattinata: “Ma se riusciamo a fare arrivare le farfalle, voi tornate qui?”