Cercare gli spazi adatti
Le aree adatte al posizionamento delle oasi di biodiversità devono essere accuratamente selezionate, in modo da garantire condizioni favorevoli alla crescita delle piante e alla sopravvivenza delle farfalle che si intende attirare
1) Per prima cosa, sono fondamentali l’esposizione al sole e la protezione dal vento. Le farfalle, animali a sangue freddo la cui temperatura corporea dipende da quella dell’ambiente, saranno attratte dall’oasi di biodiversità se vi si potranno posare per godere dei raggi del sole, così da assorbire il massimo di energia prima di riprendere il volo. Al contrario, se l’area a disposizione per creare l’oasi è sempre, o per gran parte del giorno, all’ombra, le farfalle molto difficilmente arriveranno. Inoltre, in aree soleggiate e riparate dal vento, il rigore dell’inverno viene ritardato ed attenuato, mentre il tepore primaverile arriva prima permettendo fioriture anticipate che durano più a lungo.
2) Il secondo requisito che l’area in cui collocare l’oasi di biodiversità deve soddisfare è la disponibilità di una fonte d’acqua, essenziale per il sostentamento di piante e farfalle. Se ben irrigate, le piante saranno in grado non solo di fornire alle farfalle sostanze nutritive, riparo e sostegno su cui riprodursi, ma anche di svolgere una serie di altri servizi ecosistemici che sono estremamente preziosi in ambiente urbano, quali la mitigazione climatica e l’ossigenazione. L’acqua è poi necessaria per garantire l’idratazione e il rifornimento di sali minerali alle farfalle e, per questo motivo, deve essere sempre disponibile vicino alle fioriere o al loro interno, in particolare nei periodi più caldi. È consigliabile posizionare nei pressi dell’oasi una ciotola o un semplice sottovaso riempito d’acqua con alcune pietre affioranti all’interno, non solo per il rilascio dei sali minerali, ma anche per fornire un appoggio alle farfalle che desiderano abbeverarsi. Anche il terreno umido dopo l’irrigazione delle fioriere rappresenta una fonte di idratazione e sali minerali per le farfalle.
Inoltre, uno sguardo all’intorno della scuola può fornire importanti spunti nella ricerca dell’area giusta in cui posizionare l’oasi, affinché non sia isolata nel tessuto urbano e sia più facile da raggiungere per gli insetti in volo. Ad esempio, la prossimità di altre aree verdi, rogge, incolti, siepi, viali alberati, o corridoi ecologici possono avere un effetto positivo, poiché al loro interno le farfalle che visitano l’oasi possono trovare altre piante di cui nutrirsi e da impollinare.
Un ultimo accorgimento che si può adottare nella scelta dell’area in cui collocare le oasi è la creazione di sinergie con attività già avviate all’interno dei cortili. Ad esempio, l’eventuale presenza di orti didattici non solo suggerisce la vicinanza di una fonte per l’irrigazione e di un’abitudine già consolidata che può garantire una cura delle fioriere, soprattutto nei mesi estivi in cui la scuola è chiusa.
Costruire l’oasi
L’oasi di biodiversità che abbiamo progettato è composta da quattro fioriere di dimensioni 150 cm x 150 cm h 30 cm. Il tessuto di cui sono fatte le fioriere è molto resistente ma permeabile, così da non rompersi in caso di forti piogge. Il colore giallo/arancione è stato scelto per attirare le farfalle. In base allo spazio disponibile nel cortile, è possibile disporre le fioriere nel modo più adatto. E’ importante lasciare tra le fioriere uno spazio sufficiente per far passare i bambini tra esse e permettere loro di osservare da vicino il loro piccolo giardino
Piantare le essenze giuste
L’interesse è naturalmente quello di attrarre e rendere di nuovo presenti le farfalle tipiche delle nostre zone. Per quanto riguarda Milano, informazioni utili sulle farfalle attese e sulle piante a loro necessarie sono state reperite nel manuale realizzato al termine del progetto ImpollinaMI, sempre finanziato da Fondazione Cariplo, che si svolse dal marzo 2016 al febbraio 2018.
Per scegliere le giuste varietà di piante da coltivare nelle oasi occorre tenere in considerazione diversi fattori. Durante il loro complesso ciclo di vita, le farfalle affrontano molti cambiamenti sul piano comportamentale che si riflettono in differenti esigenze di habitat alle quali le oasi dovranno provvedere, come il bisogno di piante nutrici per il nutrimento dei bruchi, di luoghi adatti e protetti per l’incrisalidamento, e di piante nettarifere per le farfalle adulte. La scelta delle piante deve essere poi guidata dalle necessità specifiche delle specie di farfalle che si intende preservare.
Le piante nutrici per i bruchi
In termini di piante nutrici dove gli adulti possano posizionare le uova a beneficio dell’alimentazione dei bruchi, ci si può riferire a poche essenze che possano risultano gradite alla maggior parte delle specie autoctone. Tali specie di piante sono diffuse su buona parte del continente europeo e sono adattabili a svariati tipi di clima e terreno. Le piante più diffusamente apprezzate dalle farfalle europee come nutrici dei propri bruchi sono:
Foeniculum vulgare
Ruta graveolens
Urtica (specie le varietà dioica e urens)
Daucus carota
Anethum graveolens
Tali piante non sono naturalmente funzionali solo alla deposizione delle uova da parte degli adulti, ma durante la fioritura sono utilizzate anche dagli adulti come fonte di nettare. Queste specie di piante sono variamente vigorose, oltre che abbastanza competitive. Per massimizzare la diversità all’interno di ciascuna oasi, si può per esempio destinare la metà dello spazio di ciascuna fioriere alla piantumazione di almeno un paio di specie con almeno un paio di individui per specie.
Le piante per le crisalidi e le piante rifugio
Fornire invece piante che possano rivelarsi utili nella fase di crisalidi all’interno dell’oasi è invece un tema più complesso, perché si avrebbe necessità di piante con una crescita verticale più decisa e in grado di fornire protezione. Anche sulla scorta del successo di alcuni esperimenti in situ compiuti dai colleghi del progetto ImpollinaMI, si possono inserire nelle oasi uno o due individui delle specie Eryngium alpinum oppure Echinops ritro. Tali elementi verticali possono anche essere rappresentati dalle piante cosiddette rifugio, ovvero quelle che consentono di creare luoghi dove anche gli adulti possano rifugiarsi nelle ore di riposo. Le piante necessarie a questo scopo hanno solitamente dimensioni notevoli, trattandosi di grossi arbusti o addirittura piccoli alberi. Si possono identificare essenze adatte allo scopo, ma solo nel caso in cui si abbiano spazi sufficienti (in termini di numero di fioriere nell’oasi) per consentire che una di queste sia destinata alla colonizzazione della varietà rifugio che ne conquisterebbe il monopolio. Le piante rifugio considerate più utili sono:
- Crataegus monogyna
- Cytisus scoparius
- Ligustrum vulgare
- Prunus spinosa
- Rosa canina
- Salix purpurea
- Spartium junceum
- Cotoneaster salicifolia
L’ultima delle specie sopra elencate, Cotoneaster salicifolia, è un arbusto con portamento prostrato il cui ingombro si mantiene piuttosto contenuto. In tal senso, per una massimizzazione della diversità anche nella “fioriera rifugio”, si potrebbe quindi pensare all’associazione di uno degli arbusti più grandi al centro e C. salicifolia a riempire gli angoli.
Cotoneaster salicifolia repens
Le piante nettarifere per le farfalle adulte
Perché la nostra oasi sia un punto di ristoro per le farfalle, occorre provvedere con piante nettarifere. La scelta si fa in tal senso più ampia, visto che le farfalle adulte hanno una alimentazione più generalista rispetto ai bruchi. Per il progetto HABITAT@SCUOLA nel territorio della Grande Milano abbiamo pensato a piante dalle fioriture importanti, come quelle appartenenti ai generi:
- Aster
- Viola
- Dianthus
- Lychnis
- Salvia
- Lavandula
e alle famiglie:
- Verbenaceae
- Malvaceae
- Boraginaceae
Data la polifagia degli adulti è consigliabile inserire la maggior varietà di nettarifere possibili, in modo da allungare il periodo di fioriture così da garantire più nettare disponibile nel corso dell’anno. In tal senso, si può valutare anche l’opportunità di inserire qualche varietà alloctona, purché naturalmente non si tratti di piante invasive o altrimenti dannose per l’ecosistema circostanze. Su questa base, e in funzione della disponibilità delle diverse varietà, si possono ideare diverse associazioni tra specie.