Spazi urbani sulla soglia delle scuole

Lo spazio appena fuori dall’ingresso della scuola è uno dei primi spazi urbani che bambini e ragazzi vivono intensamente. In quei pochi metri quadrati fanno le loro prime amicizie, gustano la libertà dello stare da soli, sperimentano le prime autonomie e le prime relazioni sociali. Quello spazio sarà per anni il loro luogo di ritrovo. E quando non si troveranno più, quella soglia sarà per sempre un ricordo indelebile.

Ipotizzando che vi si soffermino anche per mezz’ora al giorno per 200 giorni all’anno, saranno 800 ore spese sempre nello stesso luogo tra i 6 e i 14 anni.

L’equivalente di mezzo anno scolastico.

Cosa imparano i bambini in questo ‘mezzo anno scolastico’? Quale idea di città si forma in loro?

Accompagnando i ragazzi durante la crescita, questi spazi diventano per loro ‘normali’. E quindi, se lo spazio è di pessima qualità urbana ma i loro occhi lo vedono come normale, riusciranno -da adulti- a tenere accesa la domanda per una bella città? La paura è che questo non possa accadere e quei bambini non chiederanno che ciò che hanno imparato a vivere e memorizzare negli anni più spensierati della loro vita.

La ‘scuola fuori dalla scuola’ è una potente fonte di insegnamento della bellezza urbana e del rispetto verso i luoghi pubblici Cosa c’è di meglio di vivere in spazi di qualità per imparare a rispettare e prendersi cura di quegli spazi per sempre, in modo spontaneo?

Da qui il desiderio di analizzare questi luoghi uno a uno, studiandoli e verificando come vengono vissuti e percepiti da studenti e insegnanti. Abbiamo catalogato centinaia di scuole restituendo un panorama diversificato che non è estraneo alla fragilità urbana che diventa fragilità culturale. La città bella insegna bellezza, la città brutta insegna paura e diffidenza.

Dilatare e qualificare la città pubblica davanti alle scuole diventa quindi una proposta progettuale, urbanistica e politica.